domenica 16 ottobre 2011

Sky cinema: Electra Luxx

Premetto che è stata una domenica impegnativa, mega pranzo con i parenti dal quale sono uscito rotolando, e che ho avuto una settimana pesante... però era un po che non mi capitava di addormentarmi dopo 20 minuti dall'inizio di un film. Al noleggio (ebbene si, io vado al noleggio non scarico i film men che meno li guardo in streaming) non c'era niente che mi ispirasse e alla fine ho dovuto ripiegare su sky, la scelta ricade su Elektra Lux, l'unico film che non ho ancora visto tra le scelte (scadenti). Praticamente è la storia di una pornostar che decide di ritirarsi dal mondo dell'hard perchè ormai al limite di età e in attesa di un figlio, e quindi mette su un corso di erotismo-spinto per donne bisognose (non di soldi, ma di un consiglio sul sesso). Poi dal momento che mi sono addormentato non è che ho proprio ben chiara tutta la trama, però vi scrivo quello che ho capito:
C'è un tizio fissato con il porno e in particolare con Elektra Luxx che tiene un videoblog in sua memoria, è morta?! E la sorella in cerca di fama, fa di tutto per pubblicare video e foto hot sul blog del fratello...
Una tizia, che ha rubato ad una rockstar defunta da poco i testi delle canzoni dell'ultimo album tutti dedicati ad Elektra Luxx, la cerca per consegnarli questi testi in cambio di un tentato-tradimento indotto dalla pornostar ai danni del suo moroso, solo per lavarsi le mani di un suo tradimento passato sempre con la star sopracitata. La star era il padre del bimbo di Elektra.
Una delle studentesse del suo corso si rivela una scrittrice di gialli che inizialmente voleva trarre ispirazioni per la creazione di un personaggio per un suo libro, alla fine gli offre l'opportunità di scrivere un libro di autosoccorso sul sesso e lei è senza un soldo.
Infine due ex colleghe di Elektra molto amiche durante una vacanza in messico si scoprono più che amiche e si limonano di brutto in un bagno...
Questo e quanto...mi ha fatto schifo, non guardatelo!

sabato 15 ottobre 2011

This Must Be The Place


Questo film è uno di quelli che aspettavo con impazienza già da un paio di settimane prima della sua uscita continuando a pensare "Ma quando esce!?" e appena arriva il fatidico giorno, corro a vederlo. I motivi della mia smania di vedere questo film sono svariati...
Prima di tutti il regista, Paolo Sorrentino, uno dei pochi italiani a sfornare film degni di essere chiamati tali, con uno stile alla pari dei nostri cugini americani e una vera e propria regia, poi adoro i Road Movie, la colonna sonora, Sean Penn travestito da Robert Smith e il taglio commedia-alternativa-melodrammatica (tipo Little Miss Sunshine, Juno, i film di Wes Anderson). I primi minuti del film sono visivamente spettacolari, non c'è un inquadratura che non sia fantastica, immagini dopo immagini perfette, il personaggio di Cheyenne che contrasta fortemente con ogni paesaggio e situazione in cui si trova, aiuta a rendere il tutto così eclatante. Attraverso un susseguirsi di scene non del tutto connesse vengono delineati i vari personaggi del film e collocati nel contesto reale della storia, cosi che appena inizia la parte centrale del racconto, abbiamo già tutti una certa familiarità con loro e con l'ambiente che li ospita. Cheyenne è una rock star in pensione ormai dalla fine degli anni 80, passa le sue giornate ad oltranza in parte con Mary,una teenager dark sua fan, in parte con la moglie-pompiere, a giocare a pelota in una piscina dismessa nel cortile della sua villa milionaria e a mangiare pizze valsoia alle verdure, tendenzialmente sembra molto annoiato dalla sua routine tantè che crede di avere una leggera forma di depressione. Un giorno riceve la chiamata: suo padre è morto... si, il padre con cui non si vede e non si parla da 30 anni esattamente da quando ha iniziato, all'età di 15 anni, a truccarsi e ad andare in giro in perfetto stile dark con tanto di anfibi, mascara, rossetto e capelli cotonati, cosa che fa tuttora. Cosi in un lampo la sua vita viene scossa e lo lancia in un viaggio alla riscoperta di se stesso, salvandolo da una vita lenta e noiosa incapace di staccarsi dal suo passato da rock star. Prende una nave per New York, ha paura di volare, e raggiunge i familiari per ossequiare la salma del padre ebreo(ovviamente ovunque vada Cheyenne riceve il trattamento che tutti ci immaginiamo venga riservato a un 45enne malmesso travestito da Robert Cure) gli vengono consegnati dal cugino due diari, uno pieno di disegni e l'altro di parole, la vita di suo padre. Si scopre che non era riuscito a dimenticarsi del trattamento subito nell'olocausto da una guardia nazista e che aveva impiegato tutta la sua vita a cercarla. Cosi il testimone della caccia, passa a Cheyenne che decide di vendicarlo, acquista una pistola-fucile che spara da 70m( perchè un conto e uccidere, e un conto e uccidere senza essere visti, come gli ricorda il vecchietto che gli consiglia l'acquisto)  e inizia la ricerca del Nazi-aguzzino. Inizia così il viaggio, guidato dalla testimonianza del vecchio, che porta il protagonista ad incontrare in quest'ordine:
1) la moglie del nazista
2) la nipote
3) il nazista
 In ogni incontro del suo viaggio, in ogni situazione, Cheyenne si dimostra molto più saggio e profondo di quello che l'apparenza ci suggerisce, la sua risatina, la lentezza sintomo di un passato al limite, sembra quasi raccontare a se stesso cose che da tempo avrebbe dovuto dirsi ad alta voce. Inoltre con la sua saggezza lascia un segno anche alle persone che incontra, dimostrando una sete di vendetta molto superficiale ed effimera. Tra una vicesitudine e l'altra incontra anche altri personaggi secondari come un broker finanziario fissato con i pick up che gli chiede di riportagli il mezzo a casa, un tatuatore completamente tatuato e mezzo filosofo, un vero Indiano muto che trova nella sua auto dopo una sosta in una stazione di servizio e che si fa lasciare nel bel mezzo del deserto, il pistacchio più grande del mondo, delineando così un confine molto sottile fra reale e surreale. Il finale della storia è molto semplice ma efficace, ma non voglio svelarvi nulla.
Uno dei momenti più belli del film è lo scambio di battute tra il ragazzino e Cheyenne a cui chiede di eseguire un pezzo degli Arcade Fire, This must be the place, che in realtà è dei Talking Heads con un mini-dialogo (forse uno dei più esplicativi del film: ormai sei vecchio) veramente divertente.
E non da meno è la domanda che Cheyenne pone a sua moglie:"...mi spieghi perchè hai permesso a un architetto di scrivere cucina in cucina, si capiva benissimo da sè..."(una roba del genere).
In tutto il film il personaggio di Cheyenne con la sua originalità fa ridere e sorridere, e lancia alcune massime molto significative. Alla fine del film la sensazione è che manca qualcosa, non so bene cosa, forse il fatto che il film è molto riflessivo-contemplativo, con un utilizzo dei dialoghi centellinato per lasciare spazio alle immagini. Nonostante la sua particolarità non risulta assolutamente lento e il tintinnio dello xilofono di This Must be the Place che parte ogni tanto fino a regalarci l'intero pezzo, con David Byrne, è veramente la ciliegina sulla torta.
Un film di un altro spessore, su cui riflettere una volta che è terminato e da rivedere per cogliere al meglio ogni sua sfumatura, e per godere di riprese veramente fantastiche.

martedì 4 ottobre 2011

Home Video: Limitless



 Quando vidi il trailer per la prima volta, mi incuriosì non poco...La possibilità di utilizzare neurostimolatori mi ha sempre affascinato, diciamo che come un bambinone mi appassiono alle scorciatoie ma di solito prima di prenderne qualcuna demordo per timore. Inoltre Bradley Cooper è l'attore che da quando ho visto "Una notte da leoni" mi sta particolarmente simpatico e quindi tendo a vedere tutti i suoi film-acci. Insomma le premesse erano buone, cosi armato di pop corn mi guardo "Limitless", la storia ha qualche acciacco sin da subito, il solito scrittore sfigato con un blocco di creatività, una vita malconcia e tanto pessimismo. Finchè non incontra un vecchio amico( il fratello della ex moglie) che lo vede abbattuto e gli fa un regalino: una pillola. Bradley ha qualche remora ma poi, visto che la vita già fa schifo...e quindi mica può peggiorare, la prende e si tuffa in un trip neurale. Si rende presto conto che questa pillola gli fa viaggiare il cervello a mille e che può cosi riscattarsi da una vita al limite, inizia a fare tutte le cose più banali e scontate che ci si può immaginare:  si fa una doccia, si pettina, si compra  un vestito nuovo, becca un sacco di figa, fa soldi con le speculazioni finanziarie, diventa un pezzo grosso e si rifidanza con la ex che l'ha appena mollato. Così diventa tossicodipendente e continua a drogarsi per essere al massimo, gli si presenta qualche cattivone che vuole le sue pillole e scopre che questa droga ha degli effetti collaterali: ma va!?chi l'avrebbe mai detto! Ecco praticamente tutto qua, un idea che poteva portare a qualcosa di originale o per lo meno sensatamente ricercato scade e rende il tutto veramente noioso. Peccato poteva diventare il primo essere umano intelligente nella storia dell'uomo e invece è uno dei tanti tossicomani sulla faccia della terra. L'unica cosa degna di nota è la parte dove viene utilizzato l'effetto Droste(immagine dentro immagine) e gli zoom frattali. Quattro parole per Robert De Niro: non mi è piaciuto.







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